La Suzuki adesso si ritira anche dalla MotoGP
Lunedì, dopo la MotoGP di Jerez, i componenti del team Suzuki si sono riuniti per ricevere una pessima notizia. Ad Hamamatsu è stato deciso che la Casa si ritirerà dalla MotoGP alla fine del 2022. La notizia deve ancora essere confermata ufficialmente dal brand.
La notizia ha colpito il mondo motociclistico come una bomba. Dal 2015 la Suzuki è di nuovo attiva ai massimi livelli dopo una pausa di tre anni. Un inizio difficile si è lentamente trasformato in un successo perché nel 2020 Joan Mir è diventato campione del mondo della classe MotoGP su una Suzuki. Mir è attualmente al sesto posto in classifica.
Questa non è una buona notizia per gli appassionati di motocross. Suzuki ha staccato la spina al progetto di motocross alla fine del 2017. Il team MXGP di Stefan Everts è stato sacrificato e da allora il colore giallo è sempre più sbiadito dal paddock. Dopo alcuni messaggi di speranza lo scorso anno, c’è molta calma riguardo ad un ritorno. Questo sicuramente non sembra accadere ora che anche il progetto MotoGP viene sepolto.
L’anno scorso abbiamo visto apparire un altro brutto segno sui social media. Akira Watanabe, il campione del mondo giapponese 125cc del 1978, è passato da Suzuki a KTM come insegnante di moto nella sua scuola guida a Fukuyama. Aveva sempre mantenuto un forte legame con la Suzuki fin dal titolo mondiale, ma lo scorso anno, in ottobre, aveva cambiato rotta. Le attuali Suzuki non sono più aggiornate e questo è un eufemismo. Hanno troppo poca potenza, sono troppo pesanti e non hanno l'avviamento elettrico. In altre parole: nell’ulteriore sviluppo degli RM-Z non viene investito denaro in ricerca e sviluppo.
Se Suzuki non stanzia più budget per uno sport come la MotoGP, nessun denaro andrà al circo MXGP, molto più piccolo e meno visibile. Per chi sperava in un ritorno imminente, questo è l’ennesimo smorzamento dello spirito festivo. Il giallo sta diventando sempre meno visibile nel motocross e rimarrà tale per un po'.
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